“San Vittore può e vuole diventare un riferimento di eccellenza in grado di trasformare la reclusione in un’opportunità di crescita grazie all’apertura verso l’esterno”. Parola di Giacinto Siciliano, direttore della Casa Circondariale Francesco di Cataldo – San Vittore, che con Triennale Milano ha indetto il concorso ‘San Vittore, spazio alla bellezza’.
Progettisti, architetti, designer, urbanisti e ingegneri, in forma individuale o previa costituzione di gruppi, sono invitati a sviluppare idee in grado di “promuovere una nuova concezione di carcere attraverso la riprogettazione di alcuni spazi per cambiarne la percezione e migliorarne la funzionalità”. Per la casa circondariale si tratta, infatti, di “ritrovare la sua centralità nel contesto penitenziario e in quello cittadino”. Un obiettivo che potrà essere perseguito operando in sei distinti ambiti di studio, definiti nel bando: ‘Integrazione con la città’, declinato in ‘Area verde/Giardino’ e ‘Area incontri e colloqui’; ‘Comunità e spazi abitativi’, dedicato a ‘Celle e sezioni maschili’ e ‘Celle e sezioni femminili’; ‘Ricreatività e Benessere’, infine, suddiviso a sua volta in ‘Cortili di passeggio’ e ‘Area verde personale, bar/mensa’.
Una volta ricevute le candidature attraverso la selezione di una relazione/manifesto, nel mese di febbraio 2021 verranno individuati sei progettisti/gruppi di progetto, ognuno dei quali sarà tenuto a ultimare la propria proposta entro giugno. Sugli esiti del concorso si esprimerà una commissione composta da cinque membri esperti in materia. Dopodiché, a luglio, è prevista la presentazione pubblica dei risultati dell’iniziativa, che è coordinata da Lorenza Baroncelli, direttore artistico e curatore per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale Milano.
Il concorso si inserisce nel rapporto di collaborazione tra le due istituzioni avviato nel 2018 con il progetto ‘ti Porto in prigione’ e proseguito nel 2019 con l’esperienza di ‘PosSession’, incontro tra fotografia e teatro per riflettere sulla detenzione femminile e sull’arte come strumento di recupero. Come ha sottolineato Stefano Boeri, presidente del museo milanese, “Triennale sta portando avanti in modo sistematico collaborazioni con diverse realtà del territorio cittadino, accogliendo iniziative culturali con cui condivide obiettivi e progettualità per essere sempre di più un luogo inclusivo, sensibile alle urgenze del contemporaneo. Il dialogo tra Triennale e la Casa Circondariale Francesco di Cataldo – San Vittore è sempre più intenso e proficuo. Le nostre due realtà si trovano a poche centinaia di metri l’una dall’altra, ma la distanza tra loro è enorme”.
Parallelamente, grazie al coinvolgimento di Fondazione Maimeri e con il supporto dell’agenzia Shifton e dell’Associazione Amici della Nave, è in corso una ricerca sul campo per individuare i bisogni della casa circondariale, dei suoi attori, dei suoi utenti e dei cittadini.