Dopo un’estate che ha confermato il successo dei déhors cittadini, tanto da convincere la Giunta a renderli permanenti, sono emerse le criticità di questo esteso e nuovo utilizzo di suolo pubblico. Il rumore, gli orari, l’occupazione di posti auto e marciapiedi sono i principali problemi riscontrati, a fronte però di una misura che, ricorda l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, “ha salvato centinaia di attività che altrimenti avrebbero chiuso”.
Il Comune di Milano, che ha dato gratuitamente 2.500 concessioni, ha quindi individuato nuove regole alle quali bar e ristoranti dovranno conformarsi se vorranno continuare a esercitare godendo di questi spazi all’aperto. Sedici gli articoli che mettono un freno alla proliferazione dei déhors e vedono coinvolti i Municipi e i Duc (distretti urbani del commercio).
Innanzitutto, sui marciapiedi dovranno esserci sempre almeno due metri per far passare i pedoni, la stessa distanza dovrà intercorrere tra locali e panchine, per evitare che si convertano in continuazioni dei locali. Sedie, ombrelloni e pedane potranno occupare la carreggiata al massimo per dieci metri lineari così da non togliere troppo spazio ai parcheggi. Per rendere coerente e omogenea l’immagine all’interno dei quartieri, nasce un elenco di arredi ammessi, al quale i ristoratori dovranno attenersi.
Per i rumori molesti e per il mancato rispetto del divieto di assembramento o per chi eccede i propri spazi, ci saranno sanzioni che arriveranno alla decadenza immediata dell’autorizzazione.
Infine, il regolamento consentirà al sindaco, attraverso ordinanze, di definire orari di apertura e chiusura, anche diversi tra l’interno e l’esterno del locale, di singoli esercizi, vie o quartieri ad alta densità abitativa e di vietare in alcune fasce l’asporto.